“Per raggiungere gli obiettivi nazionali di produzione energetica da rinnovabili stabiliti per i 2030 occorrerebbe istallare ogni anno nuova capacità fotovoltaica a un passo oltre 7 volte quello che è stato installato nel quinquennio precedente. Grazie ai notevoli progressi tecnologici, per raggiungere gli obiettivi sanciti dalle norme europee si richiederebbe un’occupazione di suolo agricolo per non più del 3-4% di quello disponibile”. A parlare è Giuseppe La Loggia, senior partner a capo della divisione Clean Energy Infrastructure di EOS Investment Management, gestore londinese di asset alternativi che nel settore clean energy vanta un portafoglio di asset da 215 MW di capacità, di cui 87MW in esercizio e il resto in fase di realizzazione. E la cosa interessante, ha detto ancora La Loggia a BeBeez Magazine, è che “non si tratterebbe di territorio interamente sottratto al settore primario. Noi per esempio abbiamo stretto accordi con alcune aziende agricole attive nell’allevamento, grazie ai quali i pascoli possono utilizzare aree sottostanti i pannelli istallati nei nostri parchi, con evidenti vantaggi per la gestione degli impianti che altrimenti richiederebbero interventi tecnici ad hoc”. Quanto al tema degli aumenti dei tassi di interesse, ha continuato La Loggia, “oggi i costi finanziari all-in dei progetti sulle rinnovabili si aggirano intorno al 3%-4%, un costo che rimane competitivo grazie all’appetito degli operatori finanziari verso i green loan. Per quanto ci riguarda, poi, noi adottiamo un leverage ratio relativamente contenuto, tra il 50% e il 60%”. Certo c’è il tema dei ritardi autorizzativi, nonostante il Decreto Semplificazioni ne abbia ridotto l’entità. Proprio per aggirare il problema, EOS ha sinora scelto di investire prevalentemente in progetti che hanno già concluso l’iter (cosiddetti “ready to build”) e, ha aggiunto La Loggia, “in ogni caso puntiamo su regioni italiane o Paesi più virtuosi in termini di snellezza delle procedure. La situazione in Italia rimane molto variegata: il Lazio, per esempio, è molto efficiente e rispetta i tempi previsti dalla legge. Ma questo vale anche per alcune regioni del Nord. Al Sud, purtroppo, non si può dire altrettanto. Per questo guardiamo anche ad altre aree di Europa, come Spagna, Grecia e Paesi Nordici”. Quanto alle tipologie di investimento, ha concluso il manager, “oltre al fotovoltaico, guardiamo con attenzione all’eolico, dove abbiamo già investito, ai sistemi di stoccaggio dell’energia da fonti rinnovabili e anche all’idrogeno”. Considerazioni che inducono La Loggia a pronosticare per il 2023 un incremento degli investimenti nelle rinnovabili in Italia “realisticamente dell’ordine del 30%” a livello di mercato.
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BeBee Magazine
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