Novanta fondi a confronto sugli investimenti in Italia all’evento dell’Aifi
Il private equity italiano si presenta alla City londinese a testa alta, forte di un primo semestre 2018 record, con 77 operazioni concluse contro le 61 dello stesso periodo dello scorso anno. I nuovi dati sul settore sono stati presentati ieri all’evento-vetrina “The private capital industry in Italy”, organizzato da Aifi, l’associazione italiana di settore, nella sede londinese di EY.
«Il secondo trimestre in particolare ha battuto tutti i record con 44 operazioni, il che dimostra l’interesse crescente degli operatori sia italiani che internazionali per le opportunità che offre l’Italia, – ha spiegato Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi, a margine dell’evento. – Abbiamo tantissime medie imprese che stanno andando bene e sono le migliori nei loro segmenti di mercato a livello mondiale, anche nel settore tecnologico. Ora ci sono molti dossier aperti, speriamo che il vento a favore continui anche nel secondo semestre dell’anno».
L’indice Pem (private equity monitor) ha toccato quota 366 nel secondo trimestre 2018, un livello mai raggiunto prima, in rialzo da 275 del primo trimestre di quest’anno e dell’ultimo trimestre 2017, grazie a operazioni di grande rilievo come Recordati, Missoni, Alpitour, Adler e Fedrigoni. L’interesse degli operatori internazionali per il mercato italiano è stato confermato dalla presenza di 90 fondi all’evento londinese di ieri, dove oltre ad avere gli ultimi dati sul settore hanno ascoltato la testimonianza diretta di chi ha investito in Italia con successo, con le presentazioni di Carlyle, Eos Investment Management, Aksìa Group e Innogest.
«Le iscrizioni sono aumentate rispetto agli anni passati, segnale della maggiore curiosità che c’è per l’Italia, – ha detto Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi. – Il settore sta dando risultati positivi sul fund raising, sull’M&A e anche sulle exit, e le imprese stanno andando bene come l’economia. Prima si investiva sottopagando, ora i valori sono elevati, ma l’Italia con la sua massa di piccole e medie imprese è il Paese ideale nel quale investire».
A una domanda sulle incertezze politiche italiane, Cipolletta ha detto che non è un problema solo italiano: dalle guerre commerciali a Brexit alla crisi immigrazione l’incertezza è ormai globale e rappresenta un deterrente a investire all’estero o perlomeno un incentivo a rinviare le decisioni.
«In Italia abbiamo un Governo sperimentale che per ora si muove con prudenza e cambiamento e cautela insieme potrebbero dare risultati positivi, – ha detto. – In ogni caso, il nostro obiettivo è attirare capitali che investano in Italia per far crescere le nostre imprese e intendiamo mantenere la rotta».
Nicol Degli Innocenti LONDRA