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Corriere della Sera

EOS IM, un Fondo per la trasformazione digitale

La parola chiave è competenza. Oggi i soldi da investire non mancano: gli operatori internazionali della finanza hanno messo l’Italia al centro di diverse strategie di investimento e, più di un anno fa, le opportunità per convogliare verso la Penisola importanti quantità di denaro, atte a finanziare progetti di sviluppo, nel segno della sostenibilità e della conversione digitale, sono molteplici e concrete.

«Per questo — dice Ciro Mongillo, classe 1964, presidente e amministratore delegato di Eos, società di cui con il figlio Natalino controlla l’ampia maggioranza — stiamo lanciando un nuovo fondo di private equity, il Next Evolution Fund II, pensato per sostenere le aziende italiane nel processo di transizione. I temi della digitalizzazione, dell’energia verde, della sostenibilità non sono una moda, ma rappresentano il futuro delle
aziende in qualsiasi settore. Non c’è scelta. Noi vogliamo affiancare l’imprenditore che ha preso coscienza di questa trasformazione in atto, accompagnandolo in un processo di transizione. La novità, rispetto al passato e soprattutto ad altri fondi, è che noi vogliamo accompagnare la trasformazione aziendale: vogliamo affiancare le aziende che hanno unobiettivo di sostenibilità e che hanno bisogno di capitale e di
competenze per realizzare la loro trasformazione. Siamo concentrate nel private equity con focus su Mid Market e nelle Infrastrutture con focus su Clean Energy».

EOS nasce a Londra nel 2013 ed è una società di gestione di fondi alternativi di investimento, focalizzata sull’energia, le infrastrutture e il private equity.

Da Londra, dove inizialmente era operativo Natalino Mongillo, 32 anni, un passato in Jp Morgan dopo la laurea triennale alla Liuc di Castellanza e un biennio a Rotterdam, la società si è aperta aunapproccio cross country, prima verso il Lussemburgo, ora anche in Italia, dove adesso si realizza la maggiore concentrazione delle attività. «Non siamo attratti dal gigantismo — dice Ciro Mongillo — preferiamo un approccio sartoriale al business, siamo una piccola boutique che sta lanciando il suo quarto fondo: ne abbiamo due di prima generazione e altrettanti di seconda. Complessivamente gestiamo masse per 350 milioni di euro, al netto del secondo fondo di Energy che ha finora raccolto 120 dei 250 milioni attesi. Siamo un gruppo di una trentina di professionisti di elevate capacità tecniche che raccoglie soprattutto attraverso investitori istituzionali e una trentina di family office e che fa della consulenza nel settore della finanza aziendale, da cui provengono, il suo punto di forza».

Tra febbraio e marzo, il nuovo fondo dedicato alle imprese italiane, alle prese con le grandi opportunità di trasformazione e sviluppo indicate dal Pnrr, sarà pienamente operativo. «Crediamo – clude Mongillo – che il mercato del private equity inItalia, per le pmi e le lower/mid cap rappresenti una grandissima opportunità per gli investitori: come in pochi altri Paesi europei è un bacino di target di investimento dinamico, promettente e particolarmente numeroso». È arrivato il momento di passare dalla parole ai fatti.

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