Da Talesun a Eos, il fotovoltaico italiano si finanzia sul mercato. Un «solar bond» da 40 milioni di euro è stato lanciato da Talesun per rifinanziare il suo portafoglio solare: è il primo project bond, con rating, emesso in Italia su asset nelle fonti rinnovabili. Il bond è stato curato da Foresight Group, che ha già raccolto esperienza in questo ambito, con l’emissione di titoli da 60 milioni di sterline su London Stock Exchange, per rifinanziare uno dei propri fondi dedicati al solare in Gran Bretagna. Il bond, con rating di Dbrs, scade il 3 giugno 2032, paga una cedola fissa semestrale del 4,2% annuo ed è stato interamente sottoscritto al momento del lancio da fondi e da privati seguiti da Apollo Capital Management. I titoli sono completamente ammortizzati, ammessi alla quotazione nel segmento Extramot Pro di Borsa Italiana.
Il portafoglio italiano del colosso cinese del fotovoltaico include 39 impianti solari, a terra e su tetto, in varie regioni, per una potenza totale di 43,3 megawatt e che beneficiano della tariffa incentivante. «È un’importante transazione che apre a un approccio diversificato nei confronti del mercato internazionale», spiegano Mauro Pieretti e Alberto Sosso, responsabili dell’operazione per Talesun. «Questa operazione pionieristica rappresenta un buon esempio della leadership di Foresight nel settore delle rinnovabili in Italia», commenta Diomidis Dorkofikis, direttore per gli investimenti di Foresight.
Eos Investment Management, invece, ha siglato un accordo con Intesa Sanpaolo per un finanziamento a medio-lungo termine per 40 milioni di euro, che andrà a finanziare parte dell’attuale portafoglio del fondo energia Efesto Energy. «Restiamo dell’idea di continuare con la strategia di diversificazione dimensionale e territoriale del fondo energia», spiega Ciro Mongillo, ad di Eos. Il finanziamento è stato strutturato e coordinato da Banca Imi, la banca d’investimento del gruppo. Il fondo conta oggi 24 impianti fotovoltaici in dieci regioni, con una potenza complessiva di 27 megawatt, per un controvalore superiore ai 65 milioni di euro, con una produzione di 37 gigawattora all’anno.